CSA Petrarca. Comitato Salvaguardia Ambiente e Cultura.

Audizione del CSA al Consiglio Provinciale 3 marzo 2009

Audizione del CSA al Consiglio Provinciale 3 marzo 2009

Audizione del CSA al Consiglio Provinciale 3 marzo 2009

Il giorno di martedì 3 marzo 2009 alle ore 15.00, una delegazione del Comitato Salvaguardia Ambiente Ovest Milano si è presentata presso l’Aula del Consiglio Provinciale di Milano in Palazzo Isimbardi per un’audizione presso la 7ª Commissione Consiliare (ambiente, risorse naturali, idraulica, parchi, polizia provinciale, sicurezza, cave, caccia e pesca, protezione civile, protezione faunistica), presieduta Andrea GAIARDELLI.

Consiglieri intervenuti: Pietro ACCAME, Pierluigi ANGIUONI, Giovanni DeNICOLA, Fabio MERONI, Antonello PATTA, Alessandro PEZZONI, Luigi TRANQUILLINO.

Presenti: Alberto CASTELLAZZI, Bruno DelFRATE, Massimo deRIGO, Dario FERRARIO, Luciana MARONI, Pasquale MODA, Marco RIGHINI, Isidoro SPIROLAZZI, Paolo ZAFFINA. (Hanno inoltre collaborato: Emanuela GARIBALDI; Tina GHILARDI, Mario MAGGI, Ennio RIVA, Vincenzo VASCIAVEO).

Alle 15.30 circa è iniziata l’audizione del portavoce del Comitato DeRIGO, preceduta da un dibattito preliminare tra i consiglieri, in merito all’assenza dell’Assessore (che si è convenuto debba essere Pietro MEZZI) o almeno di un funzionario, competenti in materia: circostanza giudicata “anormale” rispetto alla prassi consolidata presso la Commissione.

Quindi DeRIGO è stato invitato a parlare per una descrizione delle tematiche inerenti il PII “Parco delle Cave” (alias PII “Marchesi-Taggia”). Si è trattata di un’analisi completa e puntuale, riferita al dossier presentato. Si è posto il problema delle approssimazioni di forma e di contenuto, relative al documento dell’Esame di Impatto Paesistico (redatto dagli stessi progettisti senza il timbro di protocollo del Comune di Milano). I consiglieri hanno seguito con grande attenzione e predisposto affinché una copia (a colori) del dossier sia consegnata ad ogni componente della Commissione. L’esposizione di DeRIGO (assistito da MARONI) non ha solo esposto le criticità del PII in questione, ma anche le possibili soluzioni di mitigazione/compensazione ambientale, che potrebbero essere le seguenti:
- la proposta di un “tavolo tecnico” che riunisca gli attori interessati (diretti e indiretti) per una valutazione in merito;
- uno studio di impatto ambientale (V.A.S. valutazione ambientale strategica, o piu’ opportunamente V.I.A. valutazione di impatto ambientale);
- il recupero del fontanile Marcionino, che sia eseguito rigorosamente, con il ripristino della sorgente (intasata da gettate di cemento);
- la mitigazione dei due imponenti edifici con rilievi alberati (di altezza adeguata), che si integrino nel paesaggio perturbato;
- la tutela del paesaggio, essendo il PII in questione a ridosso di un percorso di interesse paesistico (art. 40 delle N.T.A. del P.T.C.P);
- il mantenimento di una fascia di rispetto intorno al Parco delle Cave, da concordarsi con il Parco Agricolo Sud Milano (con riferimento alle aree antistanti i laghetti delle cave Ongari-Cerutti, Casati, Aurora e Cabassi). MARONI sottolinea che le aree riguardano in particolare l’ex-”PompePeroni” e i terreni privati di Quinto Romano, prospicienti la Cava Ongari-Cerutti (per la quale non si intravede la possibilità di un finanziamento per la necessaria riqualificazione); inoltre, visti i rischi di cementificazione paventati nel Parco Agricolo Sud Milano, fa presente che anche le aree agricole di Cascina Linterno siano da vincolare come patrimonio storico-paesaggistico.

Quindi sono intervenuti i consiglieri, con giudizi favorevoli all’azione (definita più volte encomiabile) del Comitato in difesa del Parco delle Cave; alcuni (PATTA, TRANQUILLINO, ANGIUONE, DeNICOLA) hanno sottolineato che occorre una valenza politica alle istanze presentate, mentre ACCAME (Presidente del Consiglio di Zona 7) ha espresso riserve.

ANGIUONE ha posto al Comitato le seguenti domande: 1) sul coinvolgimento del Consiglio di Zona 7; 2) sulle compettenze spettanti alla Provincia. Sul primo punto ACCAME ha risposto con un giudizio sostanzialmente positivo sull’opera di riqualificazione del PII in questione; DeRIGO ha precisato che le interrogazioni presentate non hanno avuto nessuna risposta, così come il dibattito aperto su RCM-PartecipaMI (linea diretta con il Consiglio di Zona 7). Sul secondo punto DeRIGO ha risposto che, a parere del Comitato le competenze della Provincia possono riguardare il percorso di interesse paesistico adiacente al PII in questione (tutelato dal citato art. 40) e il recupero del fontanile Marcionino.

PATTA ha precisato che il Parco delle Cave rientra nell’accordo di programma dei piani di cintura urbana ai sensi dell’art. 26 delle norme tecniche di attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano (deliberazione immediatamente eseguibile), che prevede la Valutazione d’Impatto Ambientale. Le norme tecniche di attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano individuano, nei territori disciplinati dall’art. 26, cinque comparti da sottoporre ai piani di cintura urbana, tra cui il Comparto 1 (Parco Ovest “Il bosco in città”), comprendente ambiti territoriali siti nel Comune di Milano.

Il dibattito è stato concluso da PATTA, promotore dell’audizione. In concorde spirito trasversale, si è convenuto con il presidente GAIARDELLI per la convocazione di una nuova audizione presso la 7ª Commissione Consiliare per martedì 17 MARZO alle ore 9.30, con la partecipazione dell’Assessore (Pietro MEZZI) e del funzionario, competenti in materia, e con il Direttivo del Comitato del Parco Agricolo Sud Milano (presieduto da Bruna BREMBILLA), nella prospettiva di una urgente richiesta per una commissione mista Provincia-Comune di Milano (con la possibile presenza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio).

—- Aggiornamento 17 Marzo 2009 – rimandata ad Aprile l’audizione presso la 7ª Commissione Consiliare

—- Aggiornamento 9 Aprile 2009 – Rifondazione lascia la giunta di Penati (Provincia di Milano). Crisi a Palazzo Isimbardi, si dimettono tre assessori del Prc: “Favorisce la cementificazione selvaggia”.

http://www.ilgiornale.it/news/rifondazione-scarica-giunta-penati-ha-scelto-stare-i-poteri.html

A cinquanta giorni o poco più dal voto per il governo della Provincia di Milano, Filippo Penati perde tre assessori di peso: Giansandro Barzaghi (Istruzione e edilizia scolastica), Irma Dioli (Sport e giovani) e Bruno Casati (Lavoro, Crisi e Patrimonio). E lascia anche Ombretta Fortunati (consigliere con delega alle Disabilità).
Fuori dalla maggioranza perché «Penati e il Pd non mantengono i patti». Come dire: «Facciamo le valigie perché non ci sono più le condizioni minime di fiducia» (Barzaghi), «è il presidente della Provincia ad aver scelto la parte che noi strenuamente combattiamo» (Dioli). Giudizi che Antonello Patta, segretario provinciale Prc, così sintetizza: «Penati, ha scelto di stare con i “poteri forti”, con gli speculatori della cementificazione selvaggia». Sì, l’inquilino uscente di Palazzo Isimbardi sarebbe uno degli attori del «sacco di Milano»: dopo aver «deliberatamente» ritirato – come ripetono all’infinito gli esponenti di Rifondazione – dal voto dell’aula consiliare quel «Piano territoriale di coordinamento provinciale che poneva vincoli sugli ambiti agricoli del Milanese». Vincoli, spiega Patta, considerati da Penati «non un valore per la difesa ambientale di un territorio già devastato dal cemento». Insomma, «di fatto, Penati, si è reso impermeabile alle istanze dei cittadini e permeabile alle richieste dei grandi poteri finanziari che vedono nell’Expo un’occasione di affari ai danni della gran parte degli abitanti di quest’area metropolitana».
Virgolettati di chi con Penati ha condiviso cinque anni di amministrazione provinciale e che, secondo il presidente, sarebbero stati cinque anni di lavoro «mantenendo tutti gli impegni». Ma i «risultati» non si sono visti, ribatte Bruno Dapei (Fi): «Penati sarà ricordato per aver sprecato denaro pubblico, per non aver costruito un metro di autostrada, per avere malgovernato la Provincia di Milano e di averla costretta a una lenta, lunga agonia». Accanimento terapeutico vissuto, aggiunge Giovanni De Nicola (An) «dall’aula consiliare, dove ogni seduta è stata un teatrino dell’assurdo, un costoso teatrino con Penati a incassare gli schiaffoni dei suoi pasdaran pur di mantenersi attaccato alla poltrona».
Fotografia impietosa ma scattata pure da Piero Maestri (Sinistra critica) che parla di «fallimento politico», mentre Fabio Meroni (Lega) si dice certo che «gli elettori sapranno bocciare Penati» per «ridare credibilità» a Palazzo Isimbardi. Che, in soldoni, vede ancora Penati al governo insieme al partito del «no»: «Verdi e Sinistra democratica saranno oggi ancor più determinanti per la sopravvivenza politica di Penati» sostiene il Pdl. Risultato? «No alla BreBeMi, no al termovalorizzatore e no anche ai soldi della sicurezza». Finale di non governo che è, ancora, uno schiaffo per i milanesi firmato Penati.
Penati ha preso atto della scelta e ha dichiarato di non voler sostituire i dimissionari, ma che andrà avanti con gli assessori rimanenti.

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