Alberto Bega ci ha lasciato nel giorno del suo settantaquattresimo compleanno.
Se ne è andato quasi in punta di piedi, in seguito ai postumi di un lntervento chirurgico.
Alberto lascia un’impronta indelebile nella Cultura milanese.
Componeva in dialetto milanese, una lingua sempre più desueta ma che, come tutte le lingue del popolo, sa creare atmosfere e descrivere condizioni e stati d’animo che la lingua dotta stenta a rappresentare pienamente.
La sua vasta produzione di canzoni e poesie dialettali, in parte raccolte nei libri “On forestée in Domm” edito dalla Libreria Meravigli e “Zafrann e Pever” dell’Associazione Amici Cascina Linterno, ha avuto il riconoscimento istituzionale con la premiazione dell’Ambrogino d’Oro.
Persona mai doma, sempre capace di rinnovarsi e di superare anche le più estreme difficoltà, Alberto Bega era ferrarese.
Trascorsa l’infanzia nel Delta del Po dove, amava ripetere, “j zanzar portenn i scarpon”, giunse a Baggio in giovane età, integrandosi benissimo nella nuova terra, ricca di tanta acqua, di marcite, di cave, di limpidi fontanili.
Una terra per molti versi simile alla sua “Bassa”; terra fertile, ubertosa, ricca di natura.
Studente lavoratore e poi tipografo, giornalista e commerciante. Laureato in Lettere presso la “Libera Università” ed acuto osservatore, con straordinaria capacità di sintesi componeva di getto le sue poesie, rime comprese, rime mai banali, rafforzative del concetto espresso e, soprattutto, in perfetta forma metrica e di grammatica milanese.
Dedicava molte opere al mondo della natura, troppe volte e troppo impunemente violentato per fini speculativi o per ignoranza.
Conosceva le regole per una corretta gestione delle risorse ambientali.
Per molti anni Presidente della “Unione Pescatori Aurora” e di “Diana – Federcaccia”, dal bancone del mitico negozio di Caccia, Pesca e Sport di Via Pistoia ha sempre dispensato saggi consigli, soprattutto ai giovani, per un corretto e moderato “prelievo” dall’ambiente.
Il suo era un negozio molto particolare, stipato fino all’inverosimile di attrezzi per la caccia e la pesca, di oggetti e di vestiario sportivo; un vero emporio per gli appassionati di tutti gli sport. In attesa della clientela dava pieno sfogo alla vena artistica; non solo poeta ma anche cantautore, interprete di cabaret, pittore e scultore.
E non di rado imbracciava l’inseparabile chitarra per cantare la canzone appena composta o per recitare l’ultima poesia; i suoi clienti ormai lo sapevano bene ed aspettavano tranquillamente, senza problemi, dimostrando apprezzamento per queste estemporanee esibizioni.
Straordinari sono i personaggi resi immortali dalle sue poesie: dal compianto Ercole Ferrario, al “Dottorinn de la Gesa Veggia”, al “Guggia”.
Poesie allegre ed anche tristi.
Poesie di denuncia e di riflessione.
Poesie d’amore per la sua inseparabile Angela, per le adorate figlie e per gli scatenati nipoti. Struggente il ricordo dei genitori e del calore familiare.
Poesie ironiche ed autocritiche.
Poesie toccanti nella quotidiana lotta contro un male sempre in agguato.
Poesie mai banali, che lanciano sempre un messaggio di speranza.
Ecco la grande capacità del Bega: quella di parlare dei valori di vita più autentici; di quei valori che dovrebbero essere alla base della civile convivenza, del categorico rifiuto di ogni guerra.
È stato per un triennio il presidente dell’Associazione Amici Cascina Linterno.
Un grande e insostituibile presidente, con sensibilità culturale, autorevolezza e onestà intellettuale. Il suo periodo è stato caratterizzato dal “Rinascimento” dell’Associazione Amici Cascina Linterno. Non a parole, ma con il fattivo appoggio a tutte le grandi idee (Vincolo ministeriale, convegni culturali e pubblicazioni di prestigio, progetto europeo della sms Benedetto Marcello) che hanno poi sancito l’autorevolezza dell’associazione e il riconoscimento di Cascina Linterno quale luogo di importanza nazionale e quindi acquisita dal Comune di Milano.
Assieme ad Alberto abbiamo trascorso momenti magici, di forte coinvolgimento emotivo, accanto al caminetto, nell’accogliente sede di Cascina Linterno, quando la Cascina era ancora un luogo di vita…
Aspettavamo volutamente la fine della serata, un altro poco di legna sul camino e poi via a cantare le più belle canzoni in milanese finalmente con la giusta atmosfera perché, come dice sempre, la “vos la se scalda dopo la mezzanott”.
Una voce che rimarrà per sempre nei nostri cuori, con infinita riconoscenza.