Sabato 18 maggio a Parma il cielo era terso e pulito, così come lo è sempre stato il nostro caro amico Tino: trasparente e solare.
Tino era con noi. Nel momento in cui la bara usciva dalla chiesa di Santa Croce, alle 10, contemporaneamente partiva il XVII Corteo storico, la sua creatura.
Era la stessa chiesa che Tino amava – l’antica chiesa del XIII sec. dai capitelli templari e sulla via Francigena in direzione Roma e Terrasanta – dove lui e Simonetta si sposarono 43 anni fa, con il medesimo sacerdote, oggi prevosto, don Gianpietro Poggi, che ha avuto parole tutte speciali per un umile grande uomo e di grande conforto per la moglie, le figlie Raffaella e Valentina, i parenti, gli amici e i piccoli nipotini.
Non dimenticherò mai questa omelia dove la morte è vista solo come un passaggio in una dimensione diversa e migliore e dove si prosegue il cammino iniziato su questa terra.
Ho portato ai parenti la vicinanza della scuola “Benedetto Marcello” a lui sempre nel cuore, nonostante la lontananza e del CSA, a cui aveva aderito con entusiasmo, collaborando alla stesura del saggio storico “Milano Expo 2015 per Petrarca” con nuove ricerche su Selavapiana.
Al ritorno a Milano, il dolore si è rasserenato: la scuola era in festa, sventolavano i gonfaloni delle contrade. Vedevo tanti ragazzi sereni e gioiosi, tante belle persone: amiche e amici che si dedicano al volontariato con umiltà e amore. Il coordinatore del XVII Corteo e della Festa, il prof. Francesco Galluccio era ovunque e sempre sorridente, nel suo stile.
Come il buon seminatore, Tino ha ben seminato e il miglior regalo per ritrovare la serenità, è stato rivedere i frutti del suo lavoro, del nostro lavoro comune, ben condensati nella mostra che realizzai nel 1999 “La scuola adotta un monumento” con il suo aiuto e che ora la sms Benedetto Marcello affiderà al CSA, nel segno della continuità di un percorso indimenticabile e meraviglioso.
Allego il messaggio che Tino mi scrisse nell’aderire alla battaglia di civiltà del CSA per difendere l’essenza storica di Cascina Linterno.
“Caro Massimo, ho letto le tue considerazioni sull’ipotesi di cancellare o non menzionare la figura di Francesco Petrarca nel nuovo progetto di Cascina Linterno con una delibera comunale. È sconvolgente e inqualificabile.
Scrivo a te ma vorrei rivolgermi a tutti gli amici di Cascina Linterno, ai genitori e ai ragazzi (ormai adulti) del quartiere.
Sono un ex insegnante della scuola media statale “Benedetto Marcello”, a suo tempo (1996) responsabile del progetto europeo Fondation Pégase “La scuola adotta un monumento”.
Il monumento scelto era Cascina Linterno per le sue peculiarità storiche ed ambientali e così consentire agli alunni di fare cultura sul proprio territorio. L’adesione è stata totale: per le classi, tutti gli insegnanti, i genitori e molti cittadini del quartiere.
Il lavoro è stato immenso e complesso per la mobilitazione di tutte le risorse disponibili (l’apporto era di tutti e con molto entusiasmo) per l’allestimento di mostre, rappresentazioni teatrali, musicali, balli e la prima sfilata di Corteo Storico medievale (continua ancora oggi, a fine anno scolastico).
È stato un grande lavoro corale per far conoscere alla città l’esistenza di un monumento sconosciuto e proprio nel momento più difficile della sua esistenza (doveva essere demolito per la speculazione edilizia di allora).
Lo svolgimento del progetto si articolava in tre direzioni:
1°) Educazione all’ambiente con la valorizzazione del mondo contadino e la conoscenza scientifica del Parco delle cave (fontanili, marcite, habitat naturalistici).
2°) Conoscenza e studio dell’origine dell’antica “Infernum” con ricerche storiche del periodo medievale e documenti d’archivio (secondo la carta “Investiture” del 1154 e oltre).
3°) Studio dell’opera del Petrarca e della sua dimora con la ricerca di documenti con i quali si attesta la “Villeggiatura in Infernum/Linternum”.
La conoscenza del Sommo Poeta è stata un tema ineludibile di tutto il progetto il quale ha ottenuto la corsia preferenziale alla Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali di Milano e il riconoscimento – a livello europeo – di “Bene culturale e monumento di interesse nazionale”.
Cancellare Petrarca, con una delibera comunale, è cancellare lo studio di tanti ragazzi che si sono succeduti nel tempo, un punto di riferimento della zona ovest, per i presenti e i futuri giovani studenti. La difesa di questo monumento non è mai finita, auguro ai veri amici di Cascina Linterno e ai cittadini del quartiere di vigilare affinchè resti un punto di riferimento e un laboratorio di cultura. Con stima, Gianbattista Vida”.
Vorrei concludere questo ricordo con le parole della figlia Valentina.
“Caro Massimo, all’indomani dell’addio al mio papà e tuo amico fraterno, mi trovo a scriverti per la prima volta. Nessuno potrà mai sostituirlo nei nostri cuori e pensieri, ma ritengo giusto continuare il suo lavoro per Cascina Linterno e te soprattutto, perché sei stato una delle persone più importanti della sua vita e lo sei ora ovunque si trovi. Papà era un viaggiatore della mente, un artista, uomo di rara sensibilità e umanità intensa. Possiedo di lui solo ricordi belli. A volte mi rendeva partecipe della sua attività di studio, così ricca, così assetata di nuovi stimoli, che per mia colpa – presa dalle difficoltà quotidiane – non ho approfondito come avrei dovuto. Vorrei che ci tenessimo in contatto e che mi coinvolgessi nelle attività che riguardano Petrarca, la Cascina, tutto ciò a cui teneva e che sta a cuore a voi. Spero che possa farti piacere come ne farebbe a me! Papà voleva andare a Selvapiana per continuare i suoi studi e avevo programmato di accompagnarlo quando si fosse ristabilito dopo l’operazione in ospedale. Andrò da sola, ma so che sarà vicino a me. Un giorno, poi, mi piacerebbe venirvi a trovare, vedere la Linterno, fare due chiacchiere in compagnia come avrebbe fatto lui se il destino non l’avesse strappato improvvisamente all’affetto dei suoi cari. Seduta sulla scrivania, nello studio di Parma nel quale ha trascorso innumerevoli ore serene, ho già cominciato a guardare le sue carte, i biglietti lasciati tra le pagine dei libri di filosofia, storia, scienza, letteratura. Aveva un diario, iniziato poco più di un anno fa, e su un taccuino trascriveva le frasi che lo colpivano nel corso delle sue letture. Leggendo quelle parole, mi sembra ancora che sia accanto a me. Credo sia giunto il momento di ricevere la sua eredità culturale e proseguire il cammino: papà ci aspetterà dall’altra parte, come recita la poesia di Charles Peguy che ha letto don Poggi sabato mattina”.
La stanza accanto.
La morte non è niente,
io sono solo andato nella stanza accanto.
Io sono io.
Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate un tono diverso.
Non abbiate l’aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo è sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non è spezzato.
Perchè dovrei essere fuori dai vostri pensieri?
Semplicemente perchè sono fuori dalla vostra vita?
Io non sono lontano, sono solo dall’altro lato del cammino.
Charles Peguy