Alla fine degli anni sessanta la trasformazione dei costumi e della mentalità giovanile nei confronti di quella degli adulti è rapidissima e precede l’esplosione delle lotte studentesche all’università e la ripresa della conflittualità operaia nelle fabbriche. È tra questi giovani che si diffonde la moda dei capelli lunghi, dei pantaloni di jeans stretti, degli stivaletti a punta e col tacco alto, delle prime minigonne; un modo di vestire “casual”, come si dirà negli anni settanta, che rifiuta il perbenismo degli adulti. Le foto delle manifestazioni contro la guerra nel Vietnam e quelle degli occupanti delle università italiane ci offriranno, dal punto di vista del costume e del modo di vestire, altre immagini e la moda dei capelli lunghi o alla nazarena, come dicevano i cattolici del dissenso, dilagherà, accanto ai jeans, i giacconi, le barbe lunghe.
Il futuro ci si presentava luminoso, eravamo veramente convinti di cambiare il mondo.
Noi siamo gli epigoni di quell’epopea. Giovani tra i giovani.
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Poster ‘Come Together’. Foto di Renato Bosoni. Grafica di Massimo de Rigo (2017)
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